TRATTAMENTI MINI-INVASIVI

Ipertrofia Prostatica

L’Ipertrofia prostatica benigna (IPB)è una condizione para-fisiologica che consiste nella proliferazione e ingrossamento della parte centrale della prostata. Nel tempo, essa può determinare  il restringimento del canale urinario, rendendosi responsabile della comparsa di quei fastidiosi disturbi urinari, che spaziano dalla semplice riduzione della potenza del getto di urina, da una frequenza urinaria aumentata o un’urgenza minzionale improcrastinabile sino a una completa ostruzione urinaria, con necessità di dover posizionare un catetere vescicale.

È una condizione molto frequente che colpisce circa il 50% degli uomini dopo i 60 anni, e circa 15-30% di questi presenta dei disturbi urinari più o meno gravi che possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sfera sessuale.

Nella maggior parte dei casi, la terapia medica è sufficiente ad alleviare o risolvere i sintomi. In alcuni casi la terapia non è efficace o perde la sua efficacia nel tempo per un peggioramento dell’ostruzione e quindi bisogna ricorrere ad una terapia chirurgica.


Una terapia personalizzata all’insegna della mini-invasività…

Con lo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni in campo medico sono state introdotte nuove fonti di energia e dispositivi chirurgici sempre meno invasivi, grazie ai quali oggi possiamo disporre di molte opzioni terapeutiche per l’iperplasia prostatica benigna che ci permettono di adattare le nostre scelte ai bisogni del paziente, proponendo a ciascun paziente la migliore offerta terapeutica.

I laser rappresentano l’opzione terapeutica più versatile, che ha rivoluzionato negli ultimi anni il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna.

Il laser non è altro che una luce formata da radiazioni elettromagnetiche che si muovono ad una determinata lunghezza d’onda ed è una forma di emissione di energia impiegata in campo medico ormai da alcuni decenni.

Esistono diversi tipi di laser (laser verde - Green Light, laser ad Holmium, laser al Tullio, laser interstiziale) con caratteristiche fisiche differenti tra loro, che in urologia vengono utilizzati per il trattamento della calcolosi urinaria, dei tumori e dell’iperplasia prostatica benigna.

I Laser



Laser ad Holmium (HoLEP)

Il laser ad Holmium è uno dei primi laser introdotti in urologia per il trattamento della calcolosi urinaria e da circa 20 anni viene anche impiegato per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna.

E’ un laser pulsato la cui luce ha una lunghezza d’onda di circa 2100 nm che viene assorbita dall’acqua e dai tessuti contenenti acqua.

Ha delle spiccate capacità di taglio e di coagulo che lo rendono molto sicuro per il trattamento dei tessuti come la prostata.

L’intervento più eseguito con questo laser è la HoLEP, un acronimo che sta per Holmium Laser Enucleation of Prostate, che consiste nell’enucleazione, cioè nell’asportazione completa dell’adenoma prostatico per via transuretrale.

Una volta enucleato, l’adenoma viene asportato attraverso un particolare strumento chiamato morcellatore che trita e aspira il tessuto.

È un intervento mini-invasivo, che si esegue passando attraverso le vie urinarie. Il paziente dopo l’intervento resta in ospedale pochi giorni (degenza di circa 2-3 giorni), con un catetere vescicale che viene rimosso dopo 24-48 ore.

È un intervento definitivo, con risultati a lungo termine eccellenti, paragonabili all’intervento tradizionale a cielo aperto, ma che presenta i vantaggi della mini-invasività e un minor rischio di perdite ematiche.



Il GreenLight Laser (laser a luce verde) è un laser estremamente versatile utilizzato in urologia.

Questa luce laser ha una lunghezza d’onda di 532 nm, che la rende visibile ad occhio nudo, caratterizzata dal classico colore verde.

Questa lunghezza d’onda gli conferisce la caratteristica di essere assorbito dall’emoglobina contenuta nel sangue e nei tessuti, con un eccellente effetto emostatico, cioè di coagulazione e chiusura dei vasi sanguigni.

La conseguenza è che i tessuti riccamente vascolarizzati come la prostata vengono vaporizzati con elevata efficienza. L’intervento più eseguito con questo laser è la Fotovaporizzazione selettiva della prostata ( Photoselective vaporization of the prostate - PVP) che consiste nella vaporizzazione completa per via transuretrale dell’adenoma prostatico, consentendo il trattamento di prostate voluminose una volta appannaggio della chirurgia tradizionale.

È un intervento mini-invasivo, che si esegue endoscopicamente mediante cistoscopio passando attraverso le vie urinarie.

Il trattamento richiede dai 40 minuti fino a due  ore per le prostate più voluminose e viene solitamente eseguito in anestesia spinale; Il paziente dopo l’intervento resta in ospedale pochi giorni circa 1-2 giorni, con un catetere vescicale che viene rimosso dopo 24-48 ore.

L’elevata efficienza di coagulazione del GreenLight Laser permette inoltre di trattare, seppur con le dovute attenzioni, pazienti che hanno un maggior rischio emorragico, come i pazienti che assumono antiaggreganti o anticoagulanti.

Il Green Light laser infatti, facendo evaporare il tessuto prostatico senza emorragie, lascia un canale urinario ampio, consentire da subito un ottimale svuotamento vescicale con un valido flusso di urina.

I vantaggi più importanti del Green Light laser sono:

  • Risoluzione immediata dei sintomi;
  • Efficacia nel tempo;
  • Ridotte perdite ematiche;
  • Ridotto periodo di cateterizzazione;
  • Preservazione della funzionalità erettile;

La Termoablazione Laser Transperineale (TPLA), o laser interstiziale, è una tra le più innovative procedure mini-invasive nel trattamento della sintomatologia minzionale riconducibile all’ipertrofia prostatica benigna.

Questa tecnica micro invasiva si fonda sull’utilizzo  di un laser a diodi, il laser interstiziale EchoLaser. Le fibre laser vengono introdotte attraverso due piccoli aghi per via percutanea, attraverso la cute del perineo, senza passare dalla via urinaria, mantenedo integra l’anatomia del canale uretrale.

L’energia laser applicata nella parte centrale della ghiandola prostatica consente di riscaldare il tessuto prostatico a temperature elevatissime, fino ad ottenere una necrosi coagulativa. Nelle settimane successive al trattamento si assiste ad un riassorbimento del tessuto trattato con conseguente allargamento del canale urinario con miglioramento dei sintomi.

Tra i molteplici vantaggi di questa metodica mini-invasiva:

  • La possibilità di eseguire la procedura in regime ambulatoriale, senza necessità di ricovero, con una blanda sedazione;
  • Il tempo di trattamento molto breve, di circa 10-15 minuti;
  • Riduzione dei tempi di convalescenza;
  • Precoce ritorno alle attività lavorative e quotidiane;
  • Affidabilità nella preservazione della funzionalità erettile e della continenza urinaria;
  • Procedura “Ejaculation-sparing”, senza fastidiose influenze sulla capacità eiaculatoria.

Resezione transuretrale dellAdenoma Prostatico (TURP)

Questa tecnica rappresenta l’intervento di riferimento, il gold standard,  nel trattamento dei sintomi del basso tratto urinario (LUTS) di grado moderato-severo, soprattutto in prostate di circa 30-80 ml.  

Con la TURP si esegue una rimozione del tessuto localizzato nella porzione centrale della prostata (la zona di transizione) grazie ad un approccio transuretrale, ovvero sfruttando come accesso la naturale via urinaria, senza dover eseguire nessuna incisione sull’addome

Ciò si ottiene con l’utilizzo di uno  strumento apposito, il resettoscopio, che impiegando una particolare energia elettrica (energia bipolare, da cui TURP bipolare), consente la rimozione dell’adenoma prostatico, andando a creare delle “fettine”. Il risultato finale sarà un canale urinario ampio, privo di ostruzioni. La TURP è generalmente eseguita in regime di ricovero, con anestesia loco-regionale o generale.

La durata dell’intervento risulta inevitabilmente connessa alle dimensioni della ghiandola prostatica, aggirandosi tra i 30 ed i 60 minuti. Al termine della procedura viene posizionato un catetere vescicale con sistema di lavaggio in continuo del lume vescicale.

Un decorso post operatorio scevro da complicanze prevede la rimozione del catetere dopo 2-3 giorni ed una dimissione già in 3-4 giornata post operatoria.

Tra i vantaggi della metodica, è fondamentale ricordare la notevole efficacia nel miglioramento della sintomatologia associata all’ipertrofia prostatica, con un tasso di successo che va dal 75 al 97% dei pazienti.

In aggiunta, con la TURP si ottengono i migliori risultati oggettivi (aumento della forza del getto urinario, riduzione dell’ostruzione e riduzione del residuo post-minzionale) e le più alte percentuali di efficacia nel lungo termine (minore necessità di re-intervento negli anni) rispetto alle tecniche alternative

A fronte dei suddetti vantaggi, prima di sottoporsi alla TURP bisogna però prendere in considerazione che dopo l’intervento si verificherà la scomparsa dell’eiaculazione (eiaculazione retrograda), pur mantendo inalterato l’orgasmo e preservando la potenza erettiva.

Rezum - Trattamento con vapore acqueo dell'Ipertrofia Prostatica Benigna

Il Rezum (terapia con vapore acqueo) rappresenta ad oggi l’ultima frontiera tra le tecniche mini-invasive per il trattamento dei disturbi urinari associati all’ipertrofia prostatica benigna, eseguibile in regime di day hospital in anestesia locale o con una blanda sedazione.

Attraverso l’energia naturale sprigionata da poche gocce d’acqua nel passaggio dallo stato liquido a quello gassoso, è possibile trattare ed eliminare il tessuto in eccesso nell’adenoma prostatico, responsabile dell’ostruzione al passaggio dell’urina, causa di molti sintomi urinari.

Sebbene l’effetto terapeutico non sia immediato, già in poche settimane (4-8 settimane dall’intervento) si assiste ad una iniziale retrazione del tessuto adenomatoso con conseguente allargamento del canale uretra e miglioramento della sintomatologia ostruttiva. Una stabilizzazione dei risultati avviene normalmente dopo circa 3 mesi dal trattamento.

Tra i vantaggi di questa metodica innovativa annoveriamo:

  • La mini-invasività;
  • Preservazione della funzione eiaculatoria e sessuale;
  • Riduzione della sintomatologia minzionale;
  • la rapidità (la procedura richiede 15 minuti) e semplicità di esecuzione;
  • Possibilità di eseguirla in regime di day hospital/ambulatoriale in anestesia locale o con una blanda sedazione;
  • Rapido e precoce ritorno alle attività quotidiane;
  • ridotto impatto sulla vita lavorativa (no degenza);

La tecnica Rezum risulta altresì indicata in quella categoria di pazienti portatori di catetere vescicale ad aumentato rischio anestesiologico (ad es. pazienti cardiopatici o che assumono terapie anticoagulanti), con elevato rischio di sanguinamenti o comunque con uno stato generale che controindica interventi chirurgici invasivi.